“Il turismo italiano vive un momento di grande slancio. Una vitalità che è apprezzabile sia nella filiera che nell’indotto. C’è voglia di sperimentare, di creare nuova offerta per rispondere a una domanda sempre più personalizzabile ed esigente. È in atto una nuova vision del turismo che tiene conto dell’accessibilità, della digitalizzazione, dell’innovazione, della sostenibilità, della declinazione alternativa del patrimonio artistico-culturale dell’Italia, valorizzato lungo tutto l’arco temporale annuale. Il turista non subisce più la vacanza passivamente assistendo e fotografando opere e luoghi, ma vuole calarsi attivamente nel tessuto connettivo e sociale delle località. I trend sono indotti molto dalla domanda e la domanda è composta da persone che a livello mondiale si influenzano reciprocamente sulle tendenze”. Conviene recuperare la bella intervista concessa al magazine “Lifestyle” dal CEO di ENITIvana Jelinic: che tra poche settimane compirà un anno alla guida dell’Ente Nazionale del Turismo, prima donna e prima agente di viaggi a ricoprire questa carica.
L’ira di Nardo Filippetti in difesa di Pesaro Capitale della Cultura 2024
L’ex fondatore di Eden Viaggi e past president ASTOI non le ha mai mandate a dire. Nella sua seconda vita professionale (la Lindbergh Hotels and Resorts, sette hotel 4* e 5* in Sicilia, Sardegna, Umbria e ovviamente Marche) Nardo Filippetti prende atto che per fare l’albergatore serve relazionarsi col “pubblico” più di quanto toccasse fare ai tempi del tour operating outgoing.
Come riporta il Corriere Adriatico dell’11 maggio 2023, in occasione della presentazione di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 Filippetti ha sbottato: “Pesaro non è ancora conosciuta come destinazione turistica, troppo pochi i flussi di clientela in arrivo, soprattutto dall’estero, e di turisti americani non c’è nemmeno l’ombra. Qui da noi le domande arrivano solo quando le altre mete e destinazioni italiane sono già prese e al completo, e le presenze più importanti si registrano - ancora - solo in agosto. Dov’è l’attesa destagionalizzazione? Ci vorrebbe una vera strategia di promozione e marketing, che non c’è”.
E chiude con un affondo sui colleghi albergatori: “A Pesaro ci sono alberghi che vendono le camere a 45-50 euro a notte. Che offerta e servizi si possono dare mantenendo i prezzi così sottodimensionati, per una meta turistica che l’anno prossimo sarà Capitale Italiana della Cultura?!”
10, 100, 1000 Filippetti. Poi qualcosa si muoverà.
Da TTG Italia - MOVE, il nuovo progetto di Ezio Birondi
In questa intervista raccontiamo la nuova via del manager che per lunghi anni ha guidato Settemari. Il nuovo progetto è ormai realtà con una struttura aziendale formata da 8 soci partner. Si chiama Move, con sede nel centro di Milano.
Perché Move?
Il nome raggruppa quattro concetti precisi. Mobilità, ospitalità, viaggio ed esperienza. Siamo già operativi e la prima fase sta portando risultati decisamente interessanti.
Il progetto vede ancora le agenzie al centro del business?
Abbiamo una rete di agenzie straselezionate e performanti. A questo uniamo un gruppo di ambassador di valore. A 54 anni ho deciso di rimettermi in gioco. Ha prevalso senza dubbio la voglia di vivere. Avevo e ho ancora bisogno di esprimermi. Sono uno dei soci fondatori di Move che oltre alle vendite classiche sarà un vero e proprio organizzatore di esperienze.
Entrare sul mercato come player nuovo di zecca non sarà semplice...
Io sono certo, invece, che Move farà la differenza. Lavoriamo in un comparto molto autoreferenziale e per questo esistono grandi spazi di business. Abbiamo già attivato l’attenzione di partner finanziari, perché il nostro gruppo vanta manager di livello e imprenditori. Un giusto mix.
Sui nomi Birondi glissa, ma sono entrate in Move alcune figure note del mondo distribuzione-tour operator.
La O di ospitalità ricorda un suo vecchio progetto legato al mondo del ricettivo. Cosa c’è di concreto?
Abbiamo in mente la riqualificazione di immobili e la gestione alberghiera. Tutto con taglio sostenibile. In alcune occasioni ho spiegato che il mercato dell’ospitalità mi ha sempre attratto. Ora ho l’occasione di mettermi alla prova.
In questi due mesi fuori dal mercato del tour operating ha avuto il tempo di riflettere. Cosa ha visto da fuori della porta?
Penso sia finita la fase del reddito di cittadinanza. Finiti i crediti di chi si siede ad aspettare. Se non produci valore fai male anche al settore intero. A volte mi pare che il business reale sia la parte minore.
Un Birondi sempre diretto che non lascia spazio a fraintendimenti.
Proviamo un’altra volta. Lei crede ancora nelle agenzie? In tanti dicono che si tratti di un business finito...
Quando produci ricavi e non (solo) relazioni fai la differenza. Le nostre agenzie lo dimostrano, perché la nostra gente sa lavorare.
Occhio a Move.
Andrea Bonomi: “In eataly abbiamo una grande possibilità, ma dobbiamo fare un cambio”
“Durante il meeting che abbiamo fatto in eataly a New York, davanti al Flatiron Building, con la famiglia Farinetti e con Tamburi ci siamo detti: “No, ma scusami, qui abbiamo una grossa possibilità, però dobbiamo fare un cambio... Noi siamo investitori soprattutto di maggioranza, per noi è importante controllare il prossimo stadio dello sviluppo di eataly”. Con queste parole (l’intervista esclusiva di Class CNBC è on line) il fondatore e presidente di Investindustrial Andrea Bonomi annunciava il 21 settembre 2022 l’acquisizione del 52% di Eataly SpA, ovvero della catena di ristorazione e food retail creata da Oscar Farinetti nel 2004. L’operazione prevede un aumento di capitale di 200 milioni e il concomitante acquisto da parte di Investindustrial (per somma che Bonomi non ha voluto rivelare) di parte delle quote detenute dagli altri azionisti, affinché al closing Investindustrial controlli il 52% del capitale, mentre ai soci storici Eatinvest (famiglia Farinetti), alla famiglia Baffigo/Miroglio e a Clubitaly (società controllata da TIP Tamburi Investment Partners, fondata dal banchiere d’affari Gianni Tamburi) vada il restante 48% del capitale. Farinetti resterà dunque come secondo socio e Nicola, figlio di Oscar, cederà la poltrona di CEO ad Andrea Cipolloni, ex a.d. Autogrill, espresso dalla nuova proprietà. L’operazione ha due obiettivi: supportare la crescita di eataly a livello internazionale, sia attraverso l’apertura di flagship stores su scala globale (anche in Cina, dove eataly finora non è sbarcata), sia tramite lo sviluppo di nuovi formati (più piccoli). L’obiettivo finanziario è ovviamente l’azzeramento dei debiti della società (200 milioni, dei quali 105 verso la SACE di Cassa depositi e prestiti e parte verso Unicredit, l’istituto bancario più esposto). Considerati i 464 milioni di ricavi che eataly ha registrato nel 2021, il valore d’impresa si attesta sui 600 milioni, valutazione pari a meno di 1/3 di quanto la precedente proprietà attendeva dalla quotazione in Borsa (2 miliardi), prima che la pandemia bloccasse tutto. A quanto ci risulta, è la prima volta che Andrea Bonomi, ex proprietario di Valtur, e Gianni Tamburi (azionista di maggioranza di Alpitour) fanno affari insieme.
Il 30 settembre 2019 TuttoSoldi, l’inserto economico de La Stampa, intervista Gabriele Burgio, presidente e a.d. Alpitour, che propone un’originale interpretazione del fenomeno low cost. La riportiamo integralmente: “Quello del low cost è il maggior successo commerciale di tutti i tempi, perché si è fatto credere alla gente che i prezzi siano veramente bassi, mentre in realtà sono allineati agli altri. Mi spiego: uno trova un biglietto aereo a 9 euro e dice “Evviva, questa è una compagnia low cost”. Ma se cerca quello stesso biglietto a luglio lo paga 800 euro. Se si fa la media dei biglietti venduti, i prezzi delle low cost sono mediamente uguali a quelli delle compagnie tradizionali. Però la gente parla solo di quelli a 9 euro e dice che quella compagnia è low cost, mentre l’unica cosa veramente “da low cost” è la qualità dei servizi. Quando ci sono stati problemi in Egitto, Alpitour è andata laggiù a riprendere i propri clienti, mentre gli operatori low cost e virtuali li hanno abbandonati lì. E siamo noi, e non gli operatori low cost e virtuali, a dare accoglienza in aeroporto, assicurazioni, pediatri nei villaggi e tanti altri servizi.